Alle Universiadi, a Chengdu, la ginnastica azzurra si conferma una delle potenze mondiali. Di fronte ad un podio stellare formato da Cina e Giappone, avanti anni luce, e dalla Corea, lontana 15 punti dall’oro, l’Italia, in effetti, aveva tutte le carte in regola per arrivare ai piedi del podio. La formula della gara prevedeva le canoniche quattro salite agli attrezzi di cui, ai fini della classifica di squadra, venivano considerati i migliori tre punteggi. Purtroppo dei nostri fab four al cavallo con maniglie soltanto Lay Giannini riesce a completare il programma senza errori. Buona invece la prova nelle altre rotazioni. Senza quei disarcionamenti quindi i ginnasti di Gianmatteo Centazzo sarebbero arrivati almeno al quinto posto e non sarebbe stato impossibile superare gli USA.
Un risultato che comunque conferma gli azzurri al vertice della disciplina, con dietro corazzate del calibro di Turchia, Spagna e Germania. Soddisfazione anche per l’ingresso nella finale a 18 di Bonicelli e Giannini, rispettivamente al 15° e 16° posto, a pochi decimi dall’11ª piazza. Entrano poi nelle final eight di specialità Vannucchi a corpo libero e volteggio con il 4° miglior parziale, Bonicelli sempre sul quadrato centrale e Sarrugerio alle parallele pari. Un po’ di amarezza per Stefano Patron che, nonostante un buon esercizio sia alle parallele che alla sbarra, non ha raccolto quello che si aspettava. L’esperienza rimane comunque positiva, al rientro dopo l’infortunio alla spalla, e fa ben sperare in vista degli assoluti di settembre.
Sabato è prevista la finale all around individuale e domenica quelle per attrezzo. “C’è un po’ di amaro in bocca perché con qualche errore in meno potevamo stare a ridosso degli Stati uniti – confessa il coach mestrino – Siamo comunque i primi in Europa. Cina e Giappone fanno un altro sport. Anche la Corea si è dimostrata molto forte, noi però siamo li ed il valore dei ragazzi è venuto fuori. La trasferta è già positiva così. Vedremo cosa ci regaleranno i prossimi giorni”.
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