Titolo in World Cup e promessa di matrimonio. Salvatore Maresca corona un week end indimenticabile, iniziato con le 30 candeline e concluso sul doppio podio: quello degli anelli, in Coppa del Mondo a Parigi, e l’altro, il podio della vita, sugli spalti francesi, dove l’anello lo porge alla sua fidanzata, che accetta tra salti di gioia e baci in mondovisione. La commozione è grande, per Thor, che dietro una scorza da Avanger non ha mai nascosto di essere un ragazzo d’oro – in tutti i sensi, visto che veste anche la divisa del gruppo sportivo delle Fiamme Oro – e per Maria Pia, la sua dolce metà con la quale ha voluto condividere gli ultimi sette anni della sua giovane vita e adesso è pronto a donargli i restanti. Chissà che non stesse già pensando a quel romantico gesto, mentre con Marcello Barbieri saliva sul castello della FIG. La sua principessa lo stava guardando e allora il campione italiano assoluto di specialità, terzo in qualifica, con 14.700 si è sbarazzato dell’austriaco Vinzenz Hoeck, bronzo a 14.650, ed ha agganciato Courtney Tulloch. Stesso totale, identiche difficoltà (6.200) e, soprattutto, esecuzioni (8.500). Il pari merito non si può sciogliere e così l’azzurro e il britannico si dividono la posta, sul gradino più alto. L’inno di Mameli non sarà una marcia nuziale, però il cuore di Maresca vola ancora più in alto e il giallo aureo della sua medaglia splende meno del biondo della sua futura sposa, l’unica di fronte alla quale un dio nordico è disposto ad inginocchiarsi. Quel soprannome al poliziotto di Castellammare di Stabia glielo diede Antonello Di Cerbo, scomparso da poco, che, di sicuro, gli avrebbe dato anche la sua benedizione. Alla festa, con un ruolo più defilato, quasi da testimone, ha partecipato anche Niccolò Vannucchi, settimo con 13.900. Il ginnasta di Roberto Germani ha ottenuto lo stesso piazzamento pure nella finale al volteggio con la media del 13.950 (13.150-14.550). La final eight sulla rincorsa dei 25 metri se l’aggiudica Harry Hepworth con 14.700, davanti al padrone di casa Leo Saladino e al portoricano Jose Lopez. Ma non finosce qui, perché nella giornata delle favole, tra castelli, anelli e principesse, non poteva mancare il destriero alato con il suo cavaliere senza macchia e senza paura. Edoardo de Rosa, infatti, conquista il bronzo sulle maniglie dell’Accor Arena e grazie al suo 15 netto si piazza alle spalle di due fenomeni del calibro di Max Whitlock, primo con 14.450, e Rhys Mc Clenaghan, sulla piazza d’onore con 15.100. “I risultati si commentano da soli – ci dice soddisfatto Antonio Zurlini – Peccato per l’errore sul Dragulescu di Vannucchi altrimenti avremmo centrato tre piazzamenti. Ma i nostri colori ne escono comunque brillanti”. La FGI saluta Parigi, a meno di un anno dai Giochi Olimpici, con il terzo posto nel medagliere della Challenge, dietro alla Francia e alla Gran Bretagna, su tredici nazioni partecipanti. Un buon riscontro sullo stato di salute della nostra ginnastica, a pochi giorni dai Mondiali di Anversa.

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