Come da pronostico l’ultima giornata della sesta edizione del Comegym di artistica si conclude con una scorpacciata di medaglie azzurre. La femminile di Enrico Casella fa filotto, portandosi a casa quattro titoli su quattro, grazie a Matilde Ferrari, oro al volteggio con la media di 13.067, in ex aequo con la giuliana dell’Artistica 81 Emma Puato, a sua volte leader solitaria al corpo libero (12.267), a poco più di un decimo (12.133) davanti alla connazionale della Ginnastica Heaven, e grazie alla brixiana Camilla Ferrari, numero uno a trave (12.500) e parallele asimmetriche (13.467). Sommando i piazzamenti odierni con quelli all-around, individuali e a squadre, l’Italdonne baby guidata da Mauro Di Rienzo e Tea Ugrin torna a casa con nove medaglie, sette ori e due argenti. Sul fronte maschile le sfide sui sei attrezzi sono più equilibrate, tuttavia i ragazzi di Giuseppe Cocciaro riescono a salire per la terza volta sul gradino più alto del podio turco – dopo i successi dell’ItalGAM e di Diego Vazzola nei rispettivi concorsi generali – per merito proprio dell’alfiere della Pro Carate, imbattibile al corpo libero con il personale di 13.250. Terzo sulla pedana centrale Pietro Mazzola della Ginnastica Sampietrina, in virtù del pari merito a quota 12.800 con l’algerino Lokmane Aissa. Gabriel Louis Lupo della Ginnastica Genzano non va in buca, ma sfiora l’impresa a cavallo, anelli e volteggio, con un quarto e due quinti posti molto vicini al bronzo. Ne consegue, in questa contabilità di metalli preziosi che i ragazzi di Nicola Costa, accompagnati in pedana da Corrado Corti e Luigi Rocchini, lasciano il Bosforo con un bagaglio extra di tre ori e due bronzi. Complessivamente, tra uomini e donne, i Giochi del Mediterraneo juniores dei grandi attrezzi vedono la FGI di Franco Musso in testa al medagliere con 14 podi, 10 titoli, 2 argenti e altrettanti bronzi. Ora si dirà che c’era poca concorrenza, ma nella ginnastica nessuno si porta le vittorie nello zaino e i rivali, in realtà, sono sempre dentro di noi. Quindi onore a queste fanciulle e questi fanciulli di cui sentiremo ancora parlare.
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