Il conto alla rovescia si accorcia sempre più ed è inversamente proporzionale all’entusiasmo crescente per i Giochi Olimpici 2024, in scena a Parigi dal 26 luglio all’11 agosto. Mancano “soltanto” 200 giorni all’appuntamento a cinque cerchi tanto atteso, a cui l’Italia si prepara con l’ambizioso obiettivo di replicare il grande successo ottenuto nel 2021 a Tokyo, quando dall’intera spedizione azzurra arrivarono 40 medaglie, tra le quali l’argento di Vanessa Ferrari per l’Artistica e il bronzo di squadra delle Farfalle nella Ritmica.
“Veniamo da un’edizione record che è stata quella di Tokyo e quando uno vince è complicatissimo ripetersi e fare anche qualcosa di meglio. Entrano in campo discipline nuove che sono sempre un’incertezza, c’è un allargamento impressionante delle nazioni che portano atleti a medaglia nell’individuale, la competitività aumenta. Tutto passa anche e soprattutto da quanti atleti riusciremo a qualificare. Adesso siamo a 100 ma siamo indietro nelle squadre”. Ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, come riporta l’agenzia di stampa Italpress.
La Federazione Ginnastica d’Italia, da questo punto di vista, ha già fatto il massimo qualificando sia le squadre maschili e femminili dei grandi attrezzi che l’insieme della Ritmica. In più ci sono i due pass individuali, benché non nominativi, conquistati da Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri nei piccoli attrezzi. E, nel 2024, ci sarà ancora la possibilità per gli atleti del Trampolino Elastico, di strappare ulteriori due carte olimpiche individuali, una maschile e una femminile.
“Sicuramente nel 2023 Mondiali, Europei e tutte le competizioni internazionali che sono un benchmark hanno detto che l’Italia è nell’Olimpo dello sport – ha aggiunto il numero uno del CONI – e i numeri sono confortanti. Poi nello sport le previsioni sono importanti ma è un discorso che va verificato sul campo. Quarantuno medaglie sarebbe un mezzo miracolo – ha aggiunto Malagò – Non sono scaramantico, anzi, sono super ottimista. Ma dobbiamo andare a prendere delle medaglie dove a Tokyo non è successo o siamo andati meno bene”, ha concluso il presidente del CONI.
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