Diciassette anni. Diciotto a novembre, il due per l’esattezza, il giorno dei morti. Ma lei, in verità, ha sempre avuto l’argento vivo addosso. Anzi l’oro vivissimo, e pure doppio. Perché dopo essere entrata nel gruppo Sportivo delle Fiamme Oro, due mesi fa, Manila Esposito da Torre Annunziata, come Irma Testa, l’oro questa sera se l’è messo al collo, per davvero. Nata nel 2006, dopo che il 19 ottobre Vanessa Ferrari aveva fatto quello che non era mai riuscito a nessuna ginnasta italiana, ossia vincere l’all around mondiale, oggi ha eguagliato il titolo continentale del cannibale di Orzinuovi, prima reginetta europea ad Amsterdam nel 2007. Cresciuta con Camilla Ugolini alla Ginnastica Civitavecchia, società con la quale, il 25 e 26 maggio sfiderà le colleghe brixiane per il titolo nazionale a squadre nella Final Six di Firenze – e il destino ha voluto che il capodelegazione a Rimini fosse proprio il presidente del sodalizio laziale, Pierluigi Miranda, consigliere FGI – la scugnizza campana dagli occhi magnetici e gli orecchini portafortuna ha vinto le sue elezioni europee, senza bisogno di fare campagne elettorali. I voti – 55.432 (VO 13.566 – PA 14.066 – TR 14.200 – CL 13.600) – glieli ha dati, direttamente, la giuria internazionale, premiandone un cammino iniziato proprio lì dove aveva concluso il precedente, un anno or sono.

L’avevamo lasciata, infatti, sulla trave di Antalya, argento da debuttante, matricola tanto sfrontata da porsi tra l’olimpionica di Rio de Janeiro l’olandese Sanne Wevers e la numero uno al volteggio di Monaco 2022 l’ungherese Zsófia Kovács. E dalla trave ha ricominciato sul field of play verde e viola della Fiera romagnola, nell’edizione casalinga, continuando a scalare posizioni, fino a raggiungere, lei giovanissima, la vetta del Vecchio Continente. In Turchia aveva chiuso al 12° posto, ma ai mondiali di Anversa era salita al nono, quarta tra le europee, dietro Alice D’Amato, l’orange classe 1998 Eythora Thorsdottir e la britannica del 2001 Alice Kinsella. La torrese – che adesso, pur tifando per il Napoli come suo padre, diventerà celebre dalle sue parti quanto un altro famoso concittadino, il laziale Ciro Immobile – sulle pedane dei padiglioni fieristici di Rimini, assente la Thorsdottir, è riuscita a scavalcare, in un colpo solo, le altre due rivali iridate, chiudendo in cima al podio, con le due Alice ai suoi fianchi.

Un risultato impensabile solo per chi non ne ha seguito l’inesorabile ascesa. Nel 2023 aveva cominciato in Coppa del Mondo a Cottbus, vincendo sulla rincorsa dei 25 metri e arrivando seconda al corpo libero. Poi il titolo nel prestigioso Trofeo Città di Jesolo – il meeting lagunare noto per prevedere il futuro, come accaduto con Douglas e Biles, divenute stelle olimpiche dopo il battesimo veneto – e quello di vice reginetta a squadre e sulla trave in Anatolia. A seguire la qualificazione olimpica da protagonista in Belgio e, ancora, il battesimo, nel 2024, di nuovo al Palazzo del Turismo jesolano, con l’oro dell’Italdonne e l’oro, tutto suo, al corpo libero. Trasferitasi da un biennio scarso all’Accademia Internazionale di Desio, alla corte di Enrico Casella, Manila ha incominciato ad allenarsi accanto a Vanessa Ferrari e insieme alle Fate, facendo quel definitivo salto di qualità fino a vestire i panni della trascinatrice di un gruppo già di per sé magico. Se non altro per il fatto che, al di là dell’età, oggi è entrata in un club esclusivo, il club delle all arounder più forti degli Europei, come era riuscito solo a Ferrari ed Asia D’Amato. E con loro sono in cinque, in 155 anni di storia federale, ad aver festeggiato una medaglia sulle quattro rotazioni, contando anche Martina Maggio e Alice D’Amato, entrambe di bronzo.

“Sicuramente quest’anno è andato meglio dell’anno scorso – analizza in zona mista, con una logica da veterana – perché ad Antalya non ero riuscita a fare la gara che volevo, e invece qui sì e cercherò di fare ancora meglio nella finale a trave. Negli ultimi 12 mesi ho fatto tante altre gare, quindi ho accumulato esperienza, e questo aiuta. A parallele ho aggiunto il Nabieva, per il resto il programma tecnico è pressoché lo stesso. Sono migliorata sull’esecuzione. L’infortunio di Asia ha destabilizzato l’equilibrio della squadra. Le faccio un grande in bocca al lupo. Lei è una ragazza molto determinata e tanto, tanto forte, quindi so che anche dopo questa ennesima difficoltà si saprà rialzare, più forte che mai. La mia dedica va a tutta la mia famiglia e ai miei nonni, che mi seguono sempre. Sabato e domenica verranno tanti amici e parenti a fare il tifo per noi: i miei genitori, i nonni, i miei zii e forse i pure i cugini. Ho iniziato a fare ginnastica perché non stavo mai ferma, alla fine mia madre, disperata, mi ha portato in palestra. E poi da lì, insomma, ho cominciato a prendermi piccole soddisfazioni che piano piano, un po’ alla volta, mi hanno aiutato a chiedere sempre di più di a me stessa. Diciamo che ho capito abbastanza presto che stavo prendendo la strada giusta”.

“Ora ho trovato un’altra grande famiglia, di grandi campioni, il gruppo sportivo della Polizia di Stato. Anche questo era un obiettivo che volevo raggiungere e ci sono riuscita – prosegue la ginnasta campana, acclamata dagli oltre duemila fan accorsi sugli spalti di Rimini per tifare il dream team FGI, inclusi Matteo Levantesi e Yumin Abbadini, reduci dai bronzi nella maschile – A Civitavecchia con Camilla Ugolini ci sono stata tredici anni, insomma, tutta la mia carriera. Poi, un anno e mezzo fa, mi sono trasferita a Brescia dove ho trovato un gruppo molto unito. Ci sosteniamo a vicenda, soprattutto se ci sono delle difficoltà, tipo oggi. Siamo riuscite a portare a termine una gara più che buona, senza farci demoralizzare troppo dall’incidente ad Asia. Ora che sono diventata la numero uno europea avrò puntati gli occhi di tutti e presto dovrò confrontarmi con ginnaste ancora più forti. Ma per me questo è uno stimolo. Ad Anversa ho conosciuto Simone Biles, le ho chiesto anche una foto. Io non ho miti a cui ispirarmi, però se dovessi scegliere una ginnasta direi Rebecca Andrade. Mi piace molto la sua ginnastica. A Jesolo mi sono fatta la foto pure con lei (ride, ndr)”. In verità, l’impressione è che la Esposito non abbia ancora realizzato la portata della sua impresa. E forse da domani saranno le altre a volersi fare la foto con Manila, la nuova sovrana vesuviana che ha stregato le fate azzurre e ha deciso di guardare l’Olimpo parigino in verticale sul tetto dell’Europa.

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