Vanessa Ferrari ha annunciato sui social che non sarà a Cuneo, a causa di uno strappo al polpaccio rimediato durante il test olimpico tenutosi mercoledì 26 presso l’accademia internazionale di artistica femminile, al Pala Algeco di Brescia. La notizia è stata ripresa da tutte le principali testate giornalistiche nazionali. La valutazione tecnica, convocata dal DTN Enrico Casella, serviva a verificare gli esercizi delle principali ginnaste italiane in vista dei Campionati Assoluti in programma a Cuneo dal 5 al 7 luglio. L’appuntamento piemontese sarà l’ultima occasione per una valutazione della rosa GAF che prenderà parte ai Giochi Olimpici di Parigi, tant’è che per l’8 di luglio è stata fissata la dead line per l’annuncio ufficiale della squadra a cinque cerchi.
Cinque i posti disponibili, conquistati agli ultimi mondiali di Anversa. Il caporal maggiore dell’Esercito era tra le possibili partenti e aveva lavorato tanto per il suo atteso rientro che avrebbe potuto sancire la sua quinta partecipazione olimpica. Vanessa detiene già il record di presenze, avendo all’attivo Pechino 2008, Londra 2012, Rio de Janeiro 2016 e, soprattutto, Tokyo 2021, l’edizione che l’ha consacrata nella famiglia del CIO con la medaglia d’argento al corpo libero. La Ferrari, che è sempre stata una ‘garista’ pura e un’agonista insaziabile, al punto da guadagnarsi il soprannome di Cannibale di Orzinuovi (la sua città natale), non sarebbe mai andata in Francia per recitare un ruolo di semplice comparsa, e quindi stava preparando i suoi esercizi, in particolare a volteggio e corpo libero, per provare a conquistare una finale individuale e per dare un contributo importante alla squadra, con la quale aveva già sfiorato il podio, in Giappone, arrivando quarta.
“Ieri in palestra – ha spiegato Vanny in un commovente post su Instagram, accompagnato dal video del suo infortunio mentre provava lo Tsukahara avvitato, l’elemento forse più caratteristico del suo incredibile bagaglio tecnico – nello stacco di un salto il mio polpaccio ha ceduto. Mancando un mese all’Olimpiade non ci sono le tempistiche per recuperare una lesione muscolare. Nonostante sia da dicembre che sto combattendo con vari malesseri, a livello tecnico stavo molto bene. Purtroppo però il fisico non ha retto. Ho intrapreso questo percorso con la voglia di lottare fino in fondo ma anche con la consapevolezza che ci potesse essere questo tipo di esito, fa parte del gioco. Anche se nella mia carriera ho avuto molti infortuni non ci si abitua mai e la batosta è sempre forte, soprattutto dopo tre anni di allenamento e a un mese dall’obiettivo finale. Ora ho bisogno di un attimo per metabolizzare questo duro colpo ma ci tengo a ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuta e che hanno sempre creduto in me perché il sostegno che ho ricevuto è sempre stato fondamentale”.
I ringraziamenti lì dobbiamo noi a lei, per quanto ha fatto fin qui e per la resilienza esemplare che ha sempre caratterizzato il suo percorso. Chissà cosa avrebbe potuto vincere questa straordinaria atleta se il suo corpo fosse stato più clemente, se la sorte le avesse risparmiato uno dei tanti incidenti nei quali è incorsa. Rimane la più grande ginnasta italiana di tutti i tempi, l’unica ad aver ottenuto un titolo mondiale all-around e un podio olimpico individuale. Ma non è ancora tempo dei commiati definitivi e dei consuntivi. Ferrari, infatti, non ha parlato di ritiro dall’attività, almeno per il momento. Los Angeles, ovviamente, sembra un obiettivo quasi impossibile, ma nulla lo è per Vanessa e, comunque, un’altra stella della disciplina, Oksana Chusovitina, ci ha dimostrato che le carriere della ginnastica si sono allungate, e di parecchio. In California la leonessa di Brescia avrebbe quasi 38 anni, l’uzbeka, che non sarà a Parigi, è arrivata fino a 49.
“Eravamo consapevoli che con Vanessa stavamo rischiando ogni volta che prendeva una semplice rincorsa – ha dichiarato a Brescia Oggi il direttore tecnico Casella, che la scoprì giovanissima e l’ha accompagnata in tutti i momenti decisivi della sua lunga storia – Purtroppo i malanni fisici degli ultimi mesi non hanno certamente giovato alla sua preparazione. Se non si riesce ad allenarsi con continuità, con i carichi di lavoro previsti, può succedere di farsi del male. Peccato perché Vanessa stava ricominciando a saltare con quella tecnica e armonia che l’hanno contraddistinta durante tutta la sua grandiosa carriera. E poi si era scelta un accompagnamento musicale da brividi. Spero almeno questo non vada perso e che lo possa presentare magari in qualche esibizione o in altri contesti”.
Ricordiamo che la Nazionale italiana di ginnastica artistica femminile, guidata da Casella insieme a Marco Campodonico e Monica Bergamelli, negli ultimi tre anni, senza la Ferrari, ha vinto due titoli continentali, l’ultimo a Rimini nel 2024, e un argento ad Antalya, oltre ad una serie di exploit individuali. Il gruppo purtroppo dovrà fare a meno anche di Asia D’Amato, vittima di un infortunio al corpo libero romagnolo, lo scorso maggio. La rosa di otto ginnaste top ora si riduce quindi a sei, tra loro ci saranno le cinque che il 28 luglio vedremo in qualifica sulla pedana di Bercy. Della truppa, per lo più composta da agenti delle Fiamme Oro, fanno parte ragazze nate nel 2006 – come la nuova stella Manila Esposito e Angela Andreoli – ossia nell’anno in cui Vanessa, ancora quindicenne, trionfava ad Aarhus, in Danimarca. Un passaggio di testimone soltanto anagrafico, forse casuale, che, ci auguriamo, possa perpetuare il mito di una Nazionale, capace grazie anche alla Ferrari, di entrare nella leggenda. E che adesso ci vuole restare!
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