«Chissà quanto sarà bella la Torre Eiffel vista da vicino…».

«Sarà bellissima. E noi andremo a vederla con la medaglia d’oro al collo: terremo alto l’onore dell’Italia».

Parole semplici, emozioni difficili da raccontare quelle di 16 giovani campioni che cent’anni fa, proprio in queste ore, lasciavano l’Italia con destinazione Francia. Sabato 12 luglio 1924, stazione di Milano centrale: la Nazionale azzurra di ginnastica artistica capitanata da Giorgio Zampori e guidata dal tecnico Mario Corrias parte per Parigi. L’Italia detiene due titoli olimpici vinti ad Anversa nel 1920: quello del concorso a squadre e l’oro di Zampori nell’”all around”, il concorso completo individuale. Il presidente della Federazione, Giulio Sironi, ha voluto premiare tutti i 16 atleti della squadra con il viaggio a Parigi, ma il tecnico Corrias sceglierà poi in loco gli 8 titolari che prenderanno parte ufficialmente alle gare.

L’Italia e il mondo sono usciti da pochi anni dalla Prima guerra mondiale, il conflitto più feroce e sanguinoso della storia. L’Olimpiade parigina è un’occasione di rinascita e di grandi speranze. Saranno i Giochi del fuoriclasse finlandese Paavo Nurmi, del nuotatore (e futuro Tarzan del cinema) Johnny Weissmuller, dei due velocisti britannici Harold Abrahams ed Eric Liddell la cui vicenda ispirerà il film Momenti di gloria.

Il torneo di ginnastica si svolge in tre giorni, da giovedì 17 a sabato 19 luglio. In gara 72 atleti di 9 Paesi. L’Italia non tradisce le attese: gli otto azzurri (Cambiaso, Lertora, Lucchetti, Maiocco, Mandrini, Martino, Paris e Zampori) conquistano due ori e un bronzo. Giorgio Zampori è terzo nelle parallele, ma la rivelazione azzurra è un ragazzo barese, Francesco Martino. Ha 24 anni, ha combattuto come volontario in guerra a 17 anni, si è allenato all’aperto perché la sua società (l’Angiulli) non ha più una palestra. Martino diventa il primo “signore degli anelli” della ginnastica italiana, 72 anni prima di Jury Chechi: trionfa nella sua specialità e trascina i compagni alla vittoria nel concorso a squadre (terzo titolo olimpico consecutivo). Sarà l’unico atleta italiano capace di vincere due ori olimpici in quell’edizione dei Giochi.

Impegno, talento, sacrificio e un immenso amore di Patria hanno mantenuto la promessa. Ora sì che si può raccontare a tutti quant’è bella la Torre Eiffel vista da vicino…

Per approfondire: “Cento di questi anelli – Francesco Martino e l’impresa olimpica di Parigi 1924” di Gigi Cavone, giornalista di Rai Sport, inviato ai giochi olimpici di rio de Janeiro, Tokyo e Parigi – WIP Edizioni (CLICCA QUI)

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