La strada verso il sogno inizia qui. Fra Saint-Denis, Saint-Ouen e Île-Saint-Denis, 54 ettari complessivi, sorge il villaggio olimpico principale dei Giochi di Parigi. Logisticamente ben posizionato rispetto a impianti e campi d’allenamento, è un vero e proprio quartiere che, una volta calato il sipario, si trasformerà in un complesso residenziale con cinema, supermercati, giardini, parchi e uffici. Fino ad allora, però, ospiterà gran parte degli atleti che in Francia inseguono l’obiettivo più importante della loro carriera. In Rue Volta sorge la palazzina dell’Italia Team: 7 piani, un garage trasformato in una centrale operativa, 340 posti letto che a turno verranno occupati nel corso dei Giochi dalla delegazione azzurra (circa un migliaio di persone, il 70% delle quali alloggia al Villaggio). La ginnastica si è accomodata al secondo piano, con i cinque maschi in un mini appartamento e le fate in un altro. Alice dorme con Giorgia, Elisa con Manila e Angela è sola nell’ingresso. I tecnici sono in una terza area, più grande, nella quale ci sono anche i lettini della fisioterapia, con Salvatore Scintu e Beatrice Di Blasio continuamente a disposizione dei ginnasti per trattamenti e fasciature.
Per non lasciare niente al caso, il Coni ha anche portato a Paris l’Istituto di Medicina e Scienze dello Sport, con 5 medici e altrettanti fisio in pianta stabile. E visto che nel villaggio mancano gli spazi sociali e ricreativi, sono state inventate delle lounge con videogiochi, calcio balilla, caffetteria e soprattutto le tv dove gli azzurri potranno guardare e tifare per i loro compagni. Del resto, come dice il claim che campeggia sulle pareti della palazzina italiana, “Insieme Incredibili”. “La nostra responsabilità più importante è mettere tutti nelle condizioni migliori per performare – sottolinea Carlo Mornati, segretario generale del Coni e capo missione dell’Italia Team – Alle Olimpiadi vince spesso non il più forte ma chi si adatta meglio alla situazione, agli orari, agli spostamenti, chi è più disposto a capire che si è in un contesto completamente diverso rispetto alla normalità. Ma c’è la percezione da parte di staff e atleti che nei loro confronti ci sia un occhio di riguardo”.
I letti di cartone sono molto comodi, almeno a detta dei ragazzi dell’ItalGAM e in particolare di Lorenzo Casali che abbiamo sorpreso beato sotto le coperte in un momento di pausa. Lollo divide la stanza con Mario, Nicola con Yumin, mentre Carlo è il solitario nel disimpegno. “Il morale è alto – ci conferma il DTN Cocciaro – I ragazzi sembrano gli stessi delle altre gare internazionali. Li vedo molto a loro agio, come se avessero fatto dieci olimpiadi. E questo è un fattore non indifferente, soprattutto per la gara”. Alla vigilia della cerimonia d’apertura – circa 200 gli atleti italiani che sfileranno sulla Senna – c’è insomma la sensazione di aver fatto tutto il possibile, anche nei più piccoli dettagli, perché quella di Parigi sia un’Olimpiade di successo. “La speranza è che ognuno torni soddisfatto del risultato che ha fatto, l’Olimpiade chiude per molti un cerchio”, aggiunge Mornati, che non si sbilancia in pronostici perché non è solo una questione di medaglie: “L’onda lunga dei risultati olimpici è sotto gli occhi di tutti”.
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