Il campione olimpico di Tokyo 2021 Ivan Litvinovich ha conservato il titolo nell’individuale maschile, diventando il primo ginnasta del Trampolino elastico a conquistare due ori consecutivi ai Giochi. La vittoria del bielorusso – che partecipa alla rassegna parigina senza inno, né bandiera, sotte le insegne degli AIN, acronimo che sta per “Atleti Individuali Neutrali”, acronimo AIN – è stata storica sotto diversi punti di vista. Il 23enne di Vileyka è anche il quarto atleta a collezionare più di un podio a cinque cerchi da quando questa disciplina è diventata parte dei Giochi, ossia nel 2000, l’anno prima della nascita di Litvinovich. Dominante dall’inizio alla fine, Ivan a chiuso la partita con la bellezza di 63.090 punti, un punteggio che lo ha fatto balzare dalla sedia per la gioia quando l’ha visto. I debuttanti cinesi Wang Zisai e Yan Langyu gli hanno fatto compagnia durante la premiazione e comunque erano felicissimi di aver ottenuto l’argento e il bronzo con, rispettivamente, 61.890 e 60.950. Anche nel 2016 a Rio de Janeiro la Repubblica Popolare Cinese piazzò due suoi atleti dietro al bielorusso Hancharou Uladzislau. È da tre edizioni di seguito, infatti, che la Russia Bianca non scende dalla cima dell’Olimpo e la Cina è costretta ad inseguire, sempre seconda da quando Dong Dong a Londra e Lu Chunlong prima di lui a Pechino 2008 dominavano sul tappeto elastico. Litvinovich, dunque, rimane nel gotha della disciplina, anzi ne diventa il leader, in un club ristretto di numeri uno, inaugurato a Sydney dal russo Alexander Moskalenko e seguito ad Atene dall’ucraino Yuri Nikitin. Impossibilitato a partecipare alle gare internazionali del biennio 2022-2023, Vanya, come lo chiama la sua allenatrice Olga Vlasova, è tornato in questa stagione più formidabile che mai. E lo ha dimostrato subito, fin dalle qualificazioni, dove è balzato in testa con 63.420 punti; agli altri quindici trampolinisti in pedana restavano solo gli altri sette posti liberi per entrare nella finalissima. Wang è quello che si è avvicinato di più con 62.230, mentre Litvinovich usava la sua seconda routine come una sorta di riscaldamento. “Mi impegnerò ancora di più e continuerò a lavorare – ha dichiarato Ivan – per partecipare anche alle prossime Olimpiadi, a Los Angeles. Già nel pantheon dei grandi il giovanotto che avevamo imparato a conoscere agli Youth Olympic Games di Buenos Aires, nel 2018, ha fatto alla Bercy Arena ciò che in campo femminile era riuscito soltanto alla canadese Rosannagh MacLennan, anche lei regina assoluta per due volte di fila, nel 2012 e nel 2016. Dinnanzi ad un fenomeno del genere, un po’ come con Simone Biles nell’artistica delle donne, onore agli inseguitori, a cominciare dal diciottenne Wang, che prosegue nella sua costante ascesa mettendosi al collo un argento che vale quasi oro. Secondo ai mondiali del 2023 dietro Yan, ieri il talento della provincia di JIANGSU è stato l’unico ad impensierire Litvinovich sia in qualifica che nella finale, dimostrando una maturità che va ben oltre la sua età. Il suo è il terzo argento consecutivo vinto da un ginnasta cinese, dopo le piazze d’onore di Dong Dong a Rio e a Tokyo. Il numero uno iridato Yan, invece, non va oltre il bronzo, che però lui ha festeggiato come se avesse vinto. Evidentemente, il risultato raggiunto malgrado due routine complicate, nelle quali ha interrotto e ricominciato dopo i primi salti di preparazione, cosa consentita dalle regole, lo ha accolto come uno scampato pericolo. Anche se poi in aria aveva dimostrato ampiamente la sua classe, chiudendo a 1,1 punti davanti al britannico Zak Perzamanos. Gabriel Albuquerque (POR), Pierre Gouzou (FRA), Angel Hernandez (COL) e il bronzo 2021 Dylan Schmidt (NZL) hanno completato l’ottetto maschile. Assenti, purtroppo gli italiani che non erano riusciti a staccare il biglietto per Parigi con Marco Lavino e Samuele Patisso Colonna. L’auspicio, vedendo la bella finale di questo venerdì 2 agosto, è che si possa rivedere presto una maglia azzurra saltare sullo sfondo dei cerchi olimpici. Magari già a Los Angeles, tra quattro anni.

Foto Bufolin/FGI

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