Alice D’Amato è la quinta parallelista olimpica a Parigi 2024. Il poliziotto di Genova completa la quarta routine sugli staggi dalle qualifiche del 28 luglio – il tredicesimo attrezzo complessivo in otto giorni – partendo da 6.4, come nella finale all around, ma prendendo 66 millesimi in meno sull’esecuzione che purtroppo saranno decisivi. La Fata d’argento, infatti, sale per seconda dopo la caduta della cinese meno pericolosa, Zhang Yihan, e con 14.733, arriva ad un soffio dalla campionessa olimpica uscente, la belga Nina Derwael – quarta a 14.766 – e soprattutto dall’americana Sunisa Lee – la stessa che l’aveva preceduta nel completo per 132 millesimi – medaglia di bronzo a quota 14.800. Vince la favorita della vigilia, la numero due di Anversa, la franco-algerina Kaylia Nemour, protagonista di un’altra spettacolare gara, premiata con un sontuoso 15.700. la diciassettenne di Saint-Benoit-La-Foret, comune francese di 873 abitanti nel cuore della Valle della Loira, è riuscita a stabilire un record storico, conquistando la prima medaglia africana della ginnastica. Nessun atleta, uomo o donna, non solo magrebino ma di tutta l’Africa, era mai salito su un podio olimpico della ginnastica, tra artistica, ritmica e trampolino elastico. Dopo Carlos Yulo, che con il bis odierno al volteggio maschile, dopo il corpo libero di ieri, ha regalato alle Filippine due gioie mai viste, adesso esulta l’intero Continente Nero. Tra l’altro, aspettando che domani, Simone Biles (prima riserva sugli staggi) faccia suoi gli ultimi due ori in palio, sulla trave e nel quadrato centrale della Bercy Arena, l’acuto di Kaylia – che aveva scelto di indossare il body del paese natale di suo papà Jamel perché la federazione francese non le aveva dato l’idoneità, dopo un intervento chirurgico al ginocchio – potrebbe essere l’unico sottratto agli Stati Uniti in generale e al fenomeno di Columbus in particolare. L’argento finisce al collo della giovanissima cinese, Qiu Qiyuan, classe 2007. La campionessa iridata 2023 porta a termine una sequenza da applausi, meritandosi 15.500 e finendo a due decimi dall’oro. Un distacco che in una final eight così equilibrata, sembra anche netto. Quando in verità non lo è. La promessa di Fujian ha colmato parte del divario delle qualifiche, ma non è riuscita ad agguantare una Nemour stellare, sostenuta poi da tutto il palazzetto.
“Io me la sono vissuta bene, sono sincera – racconta D’Amato in zona mista al nostro inviato – Ho cercato di divertirmi il più possibile. Poi, ovviamente, si parla di una finale olimpica, con il meglio del meglio in circolazione. Certo, arrivare quinte a cosi poco dal bronzo fa male, cerco di guardare il lato positivo. A Tokyo non ero entrata nemmeno in finale, anzi non ho mai neanche fatto una finale mondiale, quindi gareggiare oggi per me è stato fantastico”. Tra l’altro confronti con il passato non è possibile neanche farli in quanto Alice, bi-campionessa europea ad Antalya e Rimini, è l’unica italiana ad aver disputato una finale a cinque cerchi sugli staggi asimmetrici nei 155 anni di vita della Federazione Ginnastica d’Italia. “Kaylia Nemour e Qiu Qiyuan sono fuori dal pianeta, hanno un livello altissimo con un valore di partenza che riduceva a loro due la corsa al titolo. Con Sunisa Lee e Nina Derwael ci giocavamo il terzo gradino del podio. Sono contenta per l’algerina, è eccezionale e facevo il tifo per lei. È tanto tempo che studio il suo esercizio, ha sempre stupito tutti, si meritava la vittoria. Domani si ricomincia, ma almeno avrò vicino Manila”.
La bionda ligure, aggiunge così un altro piazzamento storico all’argento a squadre e al quarto posto nel Concorso Generale Individuale femminile. Con i suoi tecnici, Monica Bergamelli e Marco Campodonico, sempre al suo fianco, Alice D’Amato ha iniziato la sua corsa con la kippe slancio in verticale, piantata con 360°, Shaposnikova dalla piantata, Salto Thachev, Salto Downie a gambe unite, Pak, Shaposnikova dallo stalder con 180°, Kippe slancio verticale, granvolta con 180°, granvolta cubitale, granvolta cubitale con giro 360°. L’uscita con doppio salto avanti a favore del plotone dei fotografi è stata accolta nel tripudio generale. Ecco qui di seguito il poker di punteggi ottenuti dall’azzurra del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, cresciuta all’Accademia Internazionale di Brescia, nelle quattro parallele affrontate ai Giochi Olimpici Parigi:
Domenica 28 luglio – Qualificazioni GAF: 14.666 (D. 6.300 – E. 8.366)
Martedì 30 luglio – Finale a squadre GAF: 14.633 (D. 6.300 E.8.333)
Giovedì 1° agosto – Finale All Around GAF: 14.800 (D. 6.400 E.8.400)
Domenica 4 agosto – Finali di specialità: 14.733 (D. 6.400 – E. 8.333)
“Alì è stata bravissima, ha fatto ancora una volta le parallele giuste – il commento del DTN dell’Italdonne Enrico Casella, il deus ex machina di un’Olimpiade italiana impareggiabile, piena zeppa di primati e di inediti – Una finale a questi livelli è bella da vivere e bella da vedere. Anche chi l’ha vista in TV da casa si sarà entusiasmato, immagino, guardando otto atlete una più brava dell’altra. D’Amato ha confermato di essere una delle migliori interpreti a livello globale in questo attrezzo, poi, una volta li, tra il bronzo e il legno e non so quale altro materiale pregiato, sottolineo pregiato, per il quinto posto, ci sono una manciata di punto. Forse potevamo essere quarti, ma non cambiava niente. La sua prestazione è stata eccellente in tutta la competizione olimpica, non solo oggi. E non è ancora finita. La cosa bella è proprio che continuiamo a giocarcela, ad avere chance e trovare queste finali, cercarle, raggiungerle e poi viverle dal di dentro è molto importante per la crescita del nostro movimento. Domani avremo addirittura due gare per Alice, altrettante per Manila Esposito, a trave e corpo libero, ed è un piacere esserci. E non bisogna rimanere delusi se poi non si vincono le medaglie, perché qui stiamo parlando delle Olimpiadi, quindi fare queste belle figure e competere a certi livelli gratifica sempre, e tanto”.
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