Le medaglie italiane alla trave di Alice D’Amato e Manila Esposito sono le uniche europee dell’artistica femminile ai Giochi Olimpici di Parigi. Ed è da Tokyo 1964 che la FGI non saliva su più di un podio a cinque cerchi. Con l’oro e l’argento l’agente delle Fiamme Oro di Genova fa addirittura meglio di Yury Chechi che ai Giochi ha vinto un oro e un bronzo agli anelli. Per ritrovare tre medaglie dell’artistica in un’unica rassegna del CIO bisogna tornare a Tokyo 1964. Solo Menichelli infatti nel dopoguerra ha fatto meglio di Alice con i due brionzi di Roma 60 e l’oro al corpo libero, l’argento agli anelli e il bronzo alle parallele pari in Giappone, sessant’anni fa. Anche Simone Biles si è complimentata con Alice e Manila, in conferenza stampa. “Sono super eccitata ed orgogliosa per loro – ha detto la stella americana – Hanno fatto un esercizio fantastico e saranno d’esempio per le giovani ginnaste italiane”. Ecco le dichiarazioni delle due azzurre in zona mista.
ALICE D’AMATO
“È una medaglia storica, c’è stata la fortuna degli errori delle altre ma io ho fatto il mio esercizio più pulito possibile. Vince chi riesce a fare meglio, ho colto l’occasione. Non cercavo la medaglia ma la rivincita per me stessa, per non avere niente da recriminare, alla fine di questa Olimpiade. Pesa quest’oro? Devo ancora metabolizzare tutto, adesso non riesco a crederci. Il nostro è stato principalmente un lavoro di gruppo, non saremmo riuscite a raggiungere l’argento a squadre senza una di noi. In questi anni siamo sempre state in alto, sono davvero contenta di quello che abbiamo conquistato. La finale al corpo libero? Mi tremavano ancora le gambe, ma i grandi campioni resettano tutto e ricominciano. Quando ho visto il punteggio ho pensato ‘non è vero’, ero sicura che Andrade fosse davanti. Tutti i sacrifici sono valsi la pena, rifarei tutto pensando di arrivare a vincere l’oro olimpico. Spero sia l’inizio di una grande serie di successi, per me e per tutta la squadra. Peccato che Asia non ci fosse, vorrei starle accanto, ripartire insieme e prenderci questa grande soddisfazione. Magari a Los Angeles? Un passo alla volta, una gara alla volta. Con i tanti infortuni a volte ho pensato di non poter andare avanti ma la ginnastica mi ha fortificato e lo dovevo fare. Mio papà era felice di quello che facevamo, sarebbe stato orgoglioso e lo abbiamo fatto anche per lui. Speriamo che queste vittorie diano ancora più attenzione alla ginnastica, uno sport bellissimo ma ancora poco valorizzato come dovrebbe. Il soprannome Fate? Nessuna polemica, noi siamo cresciute con questo soprannome e lo portiamo nel cuore”
L’esercizio alla trave di Alice D’Amato: entrata con enjambee cambio, ribaltata senza, enjambee più sissone, enjambee cambio, enjambee cambio ad anello, flic pancia, flic più salto smezzato, salto avanti, doppio giro in accosciata e uscita con salto teso con due avvitamenti e mezzo.
MANILA ESPOSITO
“Essere qui e fare due finali olimpiche, per me era già un sogno. Non posso essere che felice di aver fatto un buon esercizio e aver vinto una medaglia olimpica. So di poter fare un esercizio ancora migliore ma già poter fare una finale con Simone Biles è tanta roba, capita di sbagliare anche ai più forti. Che recupero che ho fatto per non cadere dalla trave! Dedico la medaglia alle persone che mi supportano tutti i giorni, soprattutto alla mia famiglia e ai miei amici. E alla Polizia di Stato Oggi c’era mia mamma, mia nonna, mia zia e alcune amiche. Anche oggi ho ascoltato Georlier, sempre prima di una gara, l’album nuovo è bellissimo (ride ndr). La prima telefonata l’ho fatta a mamma, soprattutto per salutare nonna e zia che tornano a Napoli. Mio zio dopo la medaglia di squadra mi ha regalato la collana con i cinque cerchi”
L’esercizio alla Trave di Manila Esposito: entrata con rondata, flic, salto smezzato, salto smezzato, enjambee cambio, enjambee 180°, flic, ribaltata senza mani, enjambee, sissonne, ruota senza mani, tre giri in accosciata e rondata con doppio salto carpiato in uscita.
Foto Simone Ferraro / CONI
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