24 ginnaste provenienti da 20 diverse nazioni (solo Italia, Germania, Bulgaria e Spagna hanno due atlete qualificate) si contenderanno l’oro, l’argento e il bronzo nel completo dei piccoli attrezzi, l’unico concorso individuale di ritmica previsto dal programma olimpico. Niente final eight di specialità, dunque, soltanto una finalissima a dieci per disegnare la nuova aristocrazia olimpica. Il trono di Tokyo è vacante, dopo il ritiro dell’israeliana Linoy Ashram. E della top-ten nipponica le uniche ancora in gara sono l’azzurra Milena Baldassarri – che chiuse al sesto posto, il miglio piazzamento italiano di tutti i tempi – e la bulgara Boryana Kaleyn, quinta all arounder 2021. Con la squalifica di Russia e Bielorussia mancano Dina e Arina Averina, che hanno lasciato ufficialmente l’attività agonistica nel febbraio scorso, e Alina Harnasko, che invece abbiamo rivisto, di recente, in Coppa del Mondo.

All’Arena La Chapelle, giovedì 8 agosto, ammireremo in azione Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri (Italia), Darja Varfolomeev e Margarita Kolosov (Germania), Stiliana Nikolova e Boryana Kaleyn (Bulgaria), Polina Berezina e Alba Bautista (Spagna), Daria Atamanov (Israele) Taisiia Onofriichuk (Ucraina), Ekaterina Vedeneeva (Slovenia), Takhmina Ikromova (Uzbekistan), Fanni Pigniczki (Ungheria), Zohra Aghamirova (Azerbaijan), Hélène Karbanov (Francia), Barbara Domingos (Brasile), Annaliese Dragan (Romania), Wang Zilu (Cina), Praewa Misato Philaphandeth (Laos), Aliaa Saleh (Egitto), Evita Griskenas (Stati Uniti), Elzhana Taniyeva (Kazakistan), Alexandra Kiroi-Bogatyreva (Australia) e Vera Tugolukova (Cipro). Le ultime cinque hanno staccato il pass olimpico nelle rispettive rassegne continentali. La cipriota a Budapest, per l’Europa. Visto che la Francia era riuscita a piazzare la sua ginnasta tra i posti utili del mondiale a Valencia, la casella riservata alla nazione ospitante è stata ricollocata a favore della prima delle escluse, la cinese Wang.

La corsa per il titolo dell’Ashram – che, prima di lei, fu di, a ritroso, Margarita Mamun a Rio 2016, Evgenia Kanaeva a Londra 2012 e Pechino 2008, Irina Kabaeva ad Atene 2004, Yulia Barsoukova a Sydney 2000, Ekaterina Serebrianskaya ad Atlanta ‘96, Alexandra Timochenko a Barcellona ’92, Marina Lobatch a Seoul ’88 e Lori Fung nell’edizione d’esordio della ritmica individuale, a Los Angeles 1984 – può essere ragionevolmente ristretta ai quattro astri che hanno illuminato il firmamento del triennio, in momenti diversi: Sofia Raffaeli, iridata 2022, Darja Varfolomeev, campionessa del mondo in carica, Stiliana Nikolova, regina europea 2024 e Daria Atamanov, leader continentale 2022. Senza dimenticare la veterana Boryana Kaleyn, che l’oro dell’European Gymnastics l’ha preso a Baku nel 2023 e potrebbe essere l’outsider d’esperienza in un quartetto di esordienti.

Il medagliere All Time al momento premia la scuola di Mosca che tra URSS, CEI e Russia ha occupato per sette volte su dieci edizioni il gradino più alto del podio individuale. Al secondo posto con un acuto ciascuna Canada, Ucraina e Israele. L’Italia non è mai andata a medaglia, al contrario di Romania, Repubblica Federale Tedesca, Spagna e Bielorussia che hanno festeggiato argenti e bronzi. Quindi un piazzamento del vulcano di Chiaravalle – con Milena che può migliorare se stessa – sarebbe il risultato più bello per l’avventura FGI. E della Ginnastica Fabriano, ovviamente, che, come società, può vantare due atlete ai Giochi (anche se ormai arruolate nei rispettivi gruppi sportivi, Fiamme Oro e Aeronautica), come non è mai riuscito a nessun’altra affiliata.

L’altra metà della torta olimpica riguarda i gruppi, che, al pari delle individualiste, hanno solo il concorso generale, senza titoli di specialità. La Bulgaria, campione in carica, Israele, Spagna, Repubblica popolare cinese, Italia, Ucraina, Brasile e Francia si sono guadagnate un posto a Parigi tramite i Campionati del Mondo 2022 e 2023. Messico, Egitto, Uzbekistan, Australia e Azerbaigian sono arrivate sulle sponde della Senna attraverso i tornei continentali, mentre la Germania ha preso il posto della nazione ospitante, opportunamente riallocato. Magdalina Minevska, Kamelia Petrova, Sofia Ivanova, Rachel Stoyanov e Margarita Vasileva hanno raccolto la difficile eredità delle olimpioniche Simona Dyankova, Stefani Kiryakova, Madlen Radukanova, Laura Traets ed Erika Zafirova, vivendo un triennio spericolato, di alti e bassi. Il team bulgaro, infatti, dopo Tokyo ha conquistato in casa il titolo iridato nel 2022, lo ha perso nel 2023 a Valencia, chiudendo al 12° posto, e più recentemente è tornato in auge con la corona europea, in Ungheria. A Parigi è probabile che la detentrice sarà insidiata da Israele, campione del mondo in carica, dalla Repubblica popolare cinese, che ha strabiliato nella World Cup di Milano, dalla Spagna, argento olimpico di Rio 2016, e dall’esplosivo Brasile, potenziale sorpresa.

E dall’Italia: gli avieri Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, e Daniela Mogurean, bronzo tre anni fa nel Sol Levante, con l’innesto dell’esordiente Laura Paris (nomen omen), sono gli unici reduci dall’esperienza all’Ariake Gymnastics Centre. Per la capitana e Martina100 sarà addirittura la terza esperienza, contando anche il Brasile. La loro profonda conoscenza della sfida olimpica è di certo un valore aggiunto da giocarsi in qualifica a 14, venerdì 9 agosto, e nella final eight di sabato 10. Nel palmares dell’Accademia Internazionale di Desio ci sono già due bronzi (Londra 2012 e Tokyo 2021) e un argento, quello di Atene 2004 di cui il 28 agosto ricorrerà il ventennale. Manca un gradino da scalare, per entrare nel pantheon, insieme alla Spagna, che si aggiudicò il torneo d’esordio ad Atlanta, alla Bulgaria, che ha vinto l’ultimo, e alla Russia, “number one” per cinque volte su sette, ma assente in Francia, per squalifica. Sul podio, almeno una volta, ci sono salite anche la Grecia, terza in Australia, la Cina seconda a Pechino e ai danni delle Farfalle quarte, e la Bielorussia (anche lei out per la guerra in Ucraina), argento a Sydney e Londra, bronzo in Cina. Che dire? Ci viene in mente soltanto l’incitamento dei passionali tifosi della curva italica, che non mancherà di far sentire la propria voce anche Oltralpe, gridando: volate Farfalle!

ELENCO QUALIFICATI GR

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