La squadra dell’artistica italiana fa la storia alla XXXIII rassegna dei Giochi Olimpici Estivi. Sì, ma che significa squadra? In pedana abbiamo visto dieci ginnasti. Ma dietro di loro c’è un popolo intero. Un po’ come ne “Il quarto stato”, il dipinto a olio di Pellizza da Volpedo, realizzato nel 1901, l’anno dopo la prima Olimpiade di Parigi. Immaginiamo, davanti gli atleti – l’élite di un mondo composto da oltre 30 mila agonisti GAM e GAF, distribuiti su tutte le regioni, tra le quali spiccano Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Campania – e, alle loro spalle, i tecnici – Monica Bergamelli e Marco Campodonico, per la femminile, Marco Fortuna, Alberto Busnari e Paolo Pedrotti per la maschile – che rappresentano la punta dell’iceberg di un settore che conta circa 5.000 allenatori sparsi per tutta l’Italia, i DTN, Enrico Casella e Giuseppe Cocciaro, i team manager, Massimo Contaldo e Andrea Facci, il corpo giudicante degli ufficiali di gara, coordinati da Gioconda Raguso e Fulvio Traverso e presenti qui a Parigi con i giudici FIG Maria Cocuzza e Diego Lazzarich, lo staff medico di Giovanna Berlutti con i fisioterapisti Beatrice Di Blasio e Salvatore Scintu, preziosissimi a gestire con professionalità le emergenze, come ad esempio l’infortunio di Elisa Iorio. Ma, alle spalle di questo pacifico esercito di sport, ci sono anche le 1.315 società affiliate (dato al 31 dicembre 2023) e i loro dirigenti, che tra Covid, riforme e rincari energetici, hanno fatto miracoli e continuano a farli, ogni giorno, tra le quattro mura di palestre operose, nel silenzio e, purtroppo, nel disinteresse generale. “Spero che la mia vittoria porti più attenzione sulla ginnastica, che in Italia è molto trascurata” – ha dichiarato l’oro alla trave Alice D’Amato e lo ha ripreso Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, uno che di “giornate particolari” e di divulgazione di cultura, anche sportiva, se ne intende. Il Quarto Stato, conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Milano è la metafora della Federazione Ginnastica d’Italia, ma anche di quel mondo dell’associazionismo sportivo, fondato per secoli sul volontariato, che è costantemente in marcia verso traguardi sempre più ambiziosi, non curante del vento che gli soffia contro.
A protezione del lavoro sacro delle nostre fate e dei nostri fantastici cinque, in Francia come dietro la scrivania di Viale Tiziano 70 c’è Roberto Pentrella, il Segretario Generale FGI e capomissione della delegazione ginnica dell’Italia Team, che dopo una carriera da ginnasta e da allenatore, è diventato il punto di riferimento di entrambe le categorie, come un comandante che ha combattuto e sa perfettamente cosa serve prima di alzare il braccio in pedana. Il “Segregen” è l’inviato speciale del Consiglio Direttivo Federale, la stanza dei bottoni dove si cuciono i successi. Perché una medaglia olimpica non ha dentro, soltanto, un pezzettino della Tour Eiffel, bensì il cuore di consiglieri innamorati e la testa di uomini assennati che sono arrivati al totale curando il particolare, e a tanto, tantissimo, partendo spesso dal poco. Da risorse limitate, amministrate con grande attenzione. Fin dai cubetti di carbonato di magnesio acquistati per consentire ai grandi attrezzi di costruire palazzi di gloria in mezzo a polvere e sudore. Valter Peroni, Rosario Pitton, Pierluigi Miranda – tra l’altro presidente della Ginnastica Civitavecchia che con Camilla Ugolini e Marco Massara ha forgiato l’argento e il bronzo di Manila Esposito – Vittorio Massucchi, Francesco Musso, Grazia Ciarlitto, Franco Mantero, Marina Piazza, Michela Castoldi e Paolo Principi sono il vertice manageriale di una base operativa allargata che macina da anni risultati icredibili, organizzando eventi, promuovendo l’attività e preparando all’olimpismo, come recita lo Statuto. Un direttivo operaio, guidato dal numero uno, il Presidente Gherardo Tecchi, che ha accolto le vittorie parigine con commozione, dedicandole a Malagò. “Giovanni, mi ha chiamato subito, dopo l’Inno di Mameli a Bercy – ci racconta – ed eravamo entrambi commossi. Gli ho detto: è anche merito tuo!”. E il numero uno del Comitato Olimpico, a sua volta, non ha lesinato complimenti per una Federazione abituata a fare cose, più che proclami. “Il vostro è un movimento straordinario – ha confermato il Presidente, nonché membro CIO – Mi congratulo con Gherardo perché dirige un gruppo di persone che sanno fare il loro lavoro, e molto bene. Brava Ginnastica, ci avete fatto gridare di gioia e cantare l’Inno Nazionale. Complimenti a tutto l’ambiente. Adesso tocca alle Farfalle e a Sofia e Milena, faremo un gran tifo per loro”.
Oggi è prevista la prova podio delle ragazze di Emanuela Maccarani, che aprirà un nuovo capitolo, di cui parleremo, a consuntivo, da domenica 11 agosto e che riguarda una sezione che non è da meno rispetto a quelle dell’artistica, maschile e femminile. “La nostra Federazione è grande, di dimensioni e di qualità – continua il cavalier Tecchi – l’artistica ha avuto momenti di gloria, la ritmica sta per iniziare il suo momento clou, ma mi piace, in questa transizione a cinque cerchi, citare il trampolino elastico, l’aerobica – di cui celebreremo il Mondiale a Pesaro da metà settembre – l’acrobatica, il parkour, il teamgym e la ginnastica per tutti. Dieci sezioni, con la Salute e Fitness, che festeggiano oggi i podi e i piazzamenti dei Giochi, perché quando vince uno, vinciamo tutti. Perché tutti facciamo ginnastica. Le medaglie sono pezzi di cuore, come i figli, però, per noi, un quarto posto olimpico vale altrettanto, e così le finali conquistate e i punteggi di ogni atleta italiano in gara. Che soddisfazione in questi giorni sfogliare i giornali o ascoltare i TG. Siamo riusci a sovvertire l’ordine delle cose, portando in prima paginaciò che di solito troviamo nell’ultima. Insomma, bravi tutti, da Pentrella in poi. Siamo andati sulla riva della Senna non con l’approccio del turista appagato dalla qualificazione – tra l’altro paragonabile, per numeri, solo alla Cina – bensì con la voglia di scrivere pagine leggendarie. Lo abbiamo fatto, la scaramanzia mi suggeriva il silenzio, adesso però parlano i fatti. Solo Menichelli e compagni posso vantare altrettanto. E non è finita qui! Non aggiungo i più. Una cosa va detta però. Le nostre società, i comitati regionali, ogni singolo tesserato, è un pezzo portante, un bullone fondamentale della nostra torre. Più alta dei 320 metri progettati dall’ingegnere Eiffel. Una torre di persone che, tenendosi per mano, sono riuscite a toccare il cielo con un dito. Il cielo azzurro di Parigi”.
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