L’obiettivo del Comitato Olimpico Italiano di superare Tokyo non è stato raggiunto, 40 medaglie come tre anni fa, ma il peso è diverso: 12 ori contro 10 e anche più argenti (13-10). Il tutto senza considerare quarti e quinti posti, che per questioni di centesimi o giudizi avrebbero potuto aumentare il bottino. Tennis, nuoto, volley, scherma e ginnastica possono essere considerate le grandi soddisfazioni di Parigi. Il bronzo di Uberto de Morpurgo nel 1924 è stata l’unica medaglia del tennis azzurro nei Giochi fino ad oggi: il forfait di Sinner ci aveva tolto una freccia importante ma il digiuno è stato interrotto. Calendario alla mano il merito è di Lorenzo Musetti, bronzo dopo la vittoria su Auger-Aliassime, ma qualche ora prima Sara Errani e Jasmine Paolini avevano garantito la medaglia, poi diventata d’oro, nel doppio. A Parigi ha fatto la storia la ginnastica: se le Farfalle si sono confermate di bronzo (a cui si aggiunge quello individuale di Sofia Raffaeli, unico nella storia dei piccoli attrezzi azzurri), nell’artistica Alice D’Amato alla trave firma la prima vittoria femminile di sempre a cinque cerchi. L’argento delle Fate bissa il romantico piazzamento delle Piccole Pavesi ad Amsterdam 1928, il sesto posto dell’ItalGAM è secondo, nella ginnastica moderna, soltanto al quinto di Barcellona 1992. La D’Amato nell’all around individuale è andata più su di chiunque altra e solo Menichelli aveva fatto meglio di Abbadini. Manila Esposito centra un bronzo altrettanto inedito e completa una doppietta mai vista. Milena Baldassarri, che fa finali iridate e olimpiche ininterrottamente dal 2017, è l’ottava meraviglia dell’Olimpo e mai l’Italia aveva avuto due individualiste nella top ten dei Giochi. Con cinque medaglie la FGI ottiene il bottino più cospicuo della sua storia ultracentenaria dopo Los Angeles 1932. Ma la vittoria forse più bella è arrivata all’ultimo giorno, col trionfo delle ragazze del volley guidate da Julio Velasco. Se il ct argentino si è finalmente preso la sua personale rivincita dopo aver mancato l’oro con gli uomini con l’allora “Generazione di fenomeni”, per le azzurre è un oro ancora più incredibile. Mai il volley italiano aveva vinto le Olimpiadi e le uniche medaglie (3 argenti e 3 bronzi) erano arrivate dal torneo maschile. Per le donne, mai oltre i quarti, un trionfo leggendario. Soffia il vento dell’oro anche sulla vela: a Ruggero Tita e Caterina Banti – gli unici a confermarsi rispetto a tre anni fa col secondo titolo nel Nacra 17 – si aggiunge Marta Maggetti, che riporta in alto il windsurf 24 anni dopo Alessandra Sensini. E a proposito di attese, il pentathlon non andava a medaglia da Barcellona 1992, poi è arrivato Giorgio Malan, bronzo a Versailles. In salute la canoa: dall’argento di Rizza si è passati all’oro di De Gennaro nel K1 slalom (mancava da Londra 2012) e al secondo posto del duo Casadei-Tacchini. Fra scherma e nuoto il giudizio deve essere positivo. Sulla pedana del Grand Palais sono arrivate 5 medaglie come a Tokyo ma stavolta almeno una d’oro, merito delle ragazze della spada che hanno sfatato il tabù battendo fra l’altro in finale la Francia padrona di casa. I tre argenti del fioretto potevano essere qualcosa di più ma non si possono ignorare alcune decisioni arbitrali (vedi soprattutto la finale persa da Macchi) che hanno danneggiato gli azzurri. Dalla vasca sono arrivati gli splendidi ori di Martinenghi e Ceccon interrompendo il digiuno che aveva caratterizzato i Giochi precedenti, Paltrinieri se ne torna a casa con un argento e un bronzo (ma resta a mani vuote nel fondo, dove però spicca il terzo posto di Taddeucci). I due argenti del canottaggio col quattro di coppia e il doppio pesi leggeri mitigano l’assenza del metallo più prezioso che in Giappone era arrivato con Cesarini e Rodini, mentre il tiro è tornato a dare certezze: oro nello skeet misto con Bacosi e Rossetti e argento Stanco nel trap, mentre dal poligono di Châteauroux è arrivata l’accoppiata argento-bronzo nella pistola con Maldini-Monna, un bel salto di qualità rispetto ai Giochi scorsi dove era arrivato nel complesso solo un argento (sempre a firma Diana Bacosi ma nell’individuale). Il ciclismo si conferma, fra strada (argento Ganna nella crono) e soprattutto pista, con l’exploit nella Madison e l’inseguimento maschile che non bissa il titolo di Tokyo ma rimane comunque sul podio. L’infortunio di Vito Dell’Aquila ha negato al taekwondo di ripetersi ma il bronzo di Simone Alessio è la conferma che le basi sono buone, il terzo posto di Pizzolato – stesso piazzamento del 2021 – evita al sollevamento pesi di restare a secco. Se i 5 ori dell’Atletica a Tokyo erano qualcosa di irripetibile, il bilancio francese non va oltre un argento di Nadia Battocletti e i bronzi di Diaz e Furlani, al netto di imprevisti (vedi Tamberi o Palmisano) e quarti posti. Sul tatami è arrivato l’oro di Alice Bellandi, un bel salto rispetto ai due bronzi del 2021.
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