La Federginnastica fa all-in, tutti dentro, e si porta a casa l’intera posta olimpica. Un bingo senza precedenti, che consegna al Coni la delegazioni di ginnasti più numerosa di sempre. Non era mai accaduto infatti che la FGI qualificasse ai Giochi, contemporaneamente, le tre squadre di artistica, maschile e femminile, e di ritmica più le due individualiste dei piccoli attrezzi. A Londra, ad esempio, la truppa era al completo, ma c’era soltanto Julieta Cantaluppi, e solo il regolamento di allora, che prevedeva l’Insieme composto da sei ginnaste piuttosto che dalle cinque attuali, mantiene sul pareggio il totale dei convocati, a quota 17. Poi nel 2012 si aggiunse pure Flavio Cannone, il diciottesimo, ma per le qualifiche del trampolino elastico dovremo attendere i mondiali di Birmingham, a novembre, e le finestre del 2024 che si potrebbero aprire, tanto per fare un nome, ad un giovane talento come Silvia Coluzzi, campionessa iridata Age Group, nel 2022 in Bulgaria, e in procinto di fare il salto di categoria.
“Abbiamo ottenuto il massimo – commenta il Presidente Tecchi, al seguito della missione federale, nelle Fiandre, insieme al Segretario Roberto Pentrella – di più non si poteva. Mi congratulo con la Sezione Femminile, perché è dal 2008 che non sbaglia un colpo. A Stoccarda nel 2019 salimmo su un podio che mancava da decenni, a Tokyo le Fate hanno sfiorato il bronzo, a Liverpool, in qualifica eravamo ancora quarti, insomma le ginnaste italiane sono sempre lì, pronte a giocarsela. E sono sicuro che ci riproveranno anche domani sera. Non dimentichiamoci che negli ultimi due mondiali non abbiamo potuto schierare Asia D’Amato, la campionessa europea all around del 2022 e che qui ad Anversa c’erano due esordienti (Angela Andreoli e Arianna Belardelli, nda) che si sono mosse da veterane. Se cambiando l’ordine degli addendi il risultato resta lo stesso significa che dietro alle Nazionali c’è un movimento sano che offre un costante ricambio”.
Al momento, quindi, la ginnastica azzurra gioca ad asso pigliatutto sulla road to Paris. In verità è un altro il gioco delle carte che sta spopolando al Mercure South di Antwerp, quartier generale della delegazione guidata da Vittorio Massucchi. Come, infatti, divenne leggendario lo scopone scientifico con il presidente Pertini, Zoff, Causio e Bearzot sull’aereo di ritorno dai Mondiali di Spagna ’82, così, con molta meno enfasi mediatica, anche i ragazzi dell’ItalGAM hanno celebrato il pass olimpico e la finale iridata di questa sera con una partitella a Whist, con Matteo Levantesi e Mario Macchiati contrapposti, a turno, ai tecnici Paolo Pedrotti, Alberto Busnari e Marco Fortuna. Non sono stati dunque i twist in pedana a caratterizzare questa trasferta ma le mani di questo antico passatempo, citato anche da Charles Dickens ne “Il Circolo Pickwick”. Anche Phileas Fogg, l’eroe del romanzo “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne, era dedito al gioco del Whist.
Nicola Bartolini e compagni il mondo se lo sono preso in un giorno soltanto, domenica scorsa, chiudendo il concorso I al sesto posto. Alle 19.30 di oggi tornano in pedana, con la formula spietata del 5-3-3. All’attrezzo saliranno tre ginnasti senza possibilità d’errore. In testa ci sono i samurai del Giappone, che senza gli olimpionici della Russia e con i campioni uscenti della Cina, entrati nell’ottetto da ottavi, proveranno a riprendersi una corona che manca da Glasgow 2015. La truppa di coach Cocciaro non ha nulla da perdere e comincerà la propria campagna di conquista partendo dal castello degli anelli, con il numero uno assoluto Mario Macchiati. Sembra un film di Tolkien, anche perché i nostri principi azzurri, quarti lo scorso anno a Liverpool, a casa dei fab four, sono capaci di tutto, anche di arrivare al traguardo al galoppo sul cavallo a maniglie e magari bruciare qualche rivale al fotofinish. La gara sarà trasmessa in diretta su Rai Sport HD con il commento di Igor Cassina.
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