Seconda giornata di finali di specialità, l’ultima dell’intera rassegna iridata. Il prossimo anno con le Olimpiadi, non ci saranno Mondiali, quindi i ginnasti continentali si danno appuntamento a Rimini, in Italia, per gli Europei del 2024, quelli del resto del Mondo nel circuito di World Cup o, direttamente, a Parigi. Il programma dell’Antwerp Sportpalais comincia sulla rincorsa dei 25 metri maschili dove arriva la prima medaglia britannica con Jake Jarman, artefice di una media monster di 15.050 (15.400 – 14.700). E pensare che il ventunenne del Regno Unito si era qualificato con l’ottavo punteggio. Argento per lo statunitense Khoi Young che con 14.849 (15.033 – 14.666) tiene a distanza l’ucraino Nazar Chepurnyi, terzo con 14.766 (14.833 – 14.700). Ai piedi del podio, di un soffio, appena 16 millesimi, il connazionale di Mariupol, Igor Radivilov (14.750). Sbaglia il primo salto e finisce al sesto posto il campione uscente, nonché bronzo olimpico, Artur Davtyan (14.549). L’armeno era il favorito della vigilia, visto il 15.033 di domenica, il punteggio più alto del torneo di ammissione e purtroppo, dopo il quarto posto agli anelli, perde un’altra occasione per staccare il biglietto olimpico.
CLASSIFICA FINALE VOLTEGGIO MASCHILE
Alla trave torna a splendere il diamante più puro di Anversa, Simone Biles, che si aggiudica il 22° oro mondiale della sua straordinaria carriera, vincendo di misura la sfida tiratissimi con Zhou Yaqin. Le due in qualifica erano separate da 66 millesimi, che nella final eight odierna sono diventati 100. L’americana infatti chiude a quota 14.800, tenendo a cinese sul secondo gradino a 14.700. Dopo due regine giapponesi nelle ultime due edizioni, Hazuki Watanabe a Liverpool e Urara Ashikawa a Kitakyushu, il titolo vola negli States. Il bronzo, invece, va a Rebeca Andrade che con 14.300 costringe alla medaglia di legno l’olimpionica di Rio de Janeiro, l’olandese Sanne Wevers.
La terza rotazione vede uno squarcio di azzurro. Metteo Levantesi è l’unico italiano in gara nella sua parallela pari. Il ventiseienne della Virtus Pasqualetti, accompagnato in gara dallo stesso DTN Giuseppe Cocciaro, si gioca il tutto per tutto, aumentando di due decimi la nota di partenza con un Bauman in apertura, ma qualche piccola imprecisione e soprattutto il passo all’arrivo hanno dato il fianco alle giurie per lasciarlo, con 13.866, nella stessa posizione della qualifica, al settimo posto. In testa festeggia il tedesco Lukas Dauser, leader degli staggi maschili con il personale di 15.400. Il vice campione olimpico, con un decimo in più rispetto alle qualifiche del week end scorso riesce così a scalare di un gradino il podio mondiale, che a Liverpool lo vedeva sulla piazza d’onore. E se il trentenne bavarese riesce a scrollarsi di dosso l’etichetta dell’eterno secondo, Illia Kovtun manca ancora l’appuntamento con la storia, finendo sesto con 14.633. Un vero peccato perché nel Concorso I l’ucraino era finito a 67 millesimi dallo specialista della Germania e il duello prometteva scintille. Invece ad approfittarne è il cinese Shi Cong che con 15.066 strappa l’argento anche al giapponese Kaito Sugimoto, che resta terzo con 15.166.
CLASSIFICA FINALE PARALLELE PARI
Il corpo libero chiude la kermesse delle donne e non poteva che essere Simone Biles a far venir giù il palazzetto, sold out probabilmente per lei. La texana con 14.633 bissa il trionfo del 2013, quando si impose a sedici anni davanti a Vanessa Ferrari, quasi in un simbolico passaggio di consegne. La stella di Columbus fa cifra tonda festeggiando la trentesima medaglia mondiale, la 23ª dorata. Il suo nome è leggenda, non c’è altro da dire. E pensare che fa spettacolo anche quando sbaglia, come nell’arrivo fuori della linea della penultima diagonale di un esercizio fantastico. Con una nota di partenza da 6.7 Simone può permettersi questo ed altro, anche di regalare tre decimi di esecuzione a Rebeca Andrade, l’unica che ha provato ad impensierirla qui in Belgio. Abdica dunque Jessica Gadirova, ritiratasi per un infortunio, e il Brasile mette a segno una splendida doppietta, con la ventiquattrenne di Guarulhos argento a 14.500 e Flavia Saraiva terza con 13.966. Soltanto quinta l’altra statunitense Shilese Jones, mentre la rumena Sabrina Maneca-Voinea sfiora l’impresa, partendo ultima e arrivando a due decimi dal bronzo.
CLASSIFICA FINALE CORPO LIBERO FEMMINILE
All’atto finale della sbarra, come la Biles tra le donne, è l’altro protagonista del mondiale a chiudere il sipario tra gli applausi. Daiki Hashimoto, dominante anche in qualifica, saluta con un incredibile 15.233 e un 6.70 di difficoltà. Al campione olimpico di specialità mancava soltanto l’oro iridato, essendo arrivato secondo dia a Kytakyushu nel 2021 dietro al cinese Hu Xuwei, sia in Inghilterra, nel 2022, alle spalle di Malone Brody Il croato Tin Srbic (14.700) e il cinese Su Weide (14.500) approfittano delle incertezze del kazako Milad Karimi e della caduta del giapponese Kenta Chiba per scavalcarli e finire sul podio fiammingo. Delude anche il bronzo di Liverpool Arthur Mariano, staccato in sesta posizione.
I conti della 52ª edizione dei Campionati del Mondo sono presto fatti. Nella maschile il Giappone si aggiudica il medagliere con cinque piazzamenti di cui tre d’oro, uno d’argento e uno di bronzo. Al secondo posto la Cina, che però si deve accontentare di un solo titolo, quello di Liu Yang agli anelli, anche se nel totale raccolglie cinque medaglie come i nipponici, grazie ad altre due d’argento e due di bronzo. Quattro invece i podi statunitensi, ai quali però manca l’acuto sul gradino più alto. L’inno americano ha suonato e tanto tra le donne dove la squadra stelle e strisce si aggiudica l’oro per la settima volta di seguito e Simone Biles aggiunge al suo palmares altri quattro titoli, tre individuali, tra i quali il sesto all-around. Insomma nel medagliere femminile domina il Team USA con sette acuti, quattro d’oro, un argento e due bronzi. Di appena una lunghezza sotto, sul totale, a quota sei, un’incredibile Brasile, che torna a casa con sei piazzamenti, tra i quali spicca il successo al volteggio di Rebeca Andrade. Segue a due la Cina, sul gradino basso con un titolo, quello di Qiu Qiyuan alle parallele e l’argento di Zhou Yaqin alla trave. Quarto storica posizione dell’Algeria, grazie alla prima medaglia femminile africana, l’argento sugli staggi di Kaylia Nemour. Chiudono Francia e Corea con un bronzo ciascuna. Nell’aggregato maschi e femmine gli States dominano il medagliere a quota 11 (4 O. – 3 A. – 4 B.), la Cina malgrado il totale di 7 (2 O. – 3 A. – 2 B.) viene dopo il Giappone, secondo con i soli 5 podi e i tre ori degli uomini. Quarto il Brasile, grazie alle sue ragazze. La FGI non conquista medaglie, come a Liverpool, ma vanta un primato unico nel panorama della ginnastica planetaria. L’Italia infatti è l’unica Federazione ad aver centrato 17 carte olimpiche sulle 17 in palio, tra artistica, maschile e femminili, e ritmica, individuale e a squadre. Dei ventitré paesi finora ammessi, nessuno avrà a Parigi più ginnaste e ginnasti degli azzurri!
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