l’olimpionico in carica agli anelli, il cinese Liu Yang conferma il titolo di Tokyo anche alla Bercy Arena di Parigi con il personale di 15.300, davanti, di 77 millesimi al connazionale Zou Jingyuan, oro alle parallele 2021, argento sul castello francese a quota 15.233. Il Signore degli Anelli di Anshan, classe 1994, ottiene così il suo quarto podio olimpico, considerati i piazzamenti di squadra. Terzo il greco Eleftherios Petrounias, numero uno a Rio de Janeiro, che con 15.100 riesce a bissare il bronzo del Sol Levante. Grande delusione per l’idolo di casa, il francese Samir Ait Said, terzo in qualifica, che con un 15 netto riesce soltanto a ripetere il legno di tre anni fa, in Giappone, arrivando sempre dietro a Leuterīs, questa volta non di tre decimi, come a Tokyo, ma di uno soltanto. Quinto di un soffio, in una final eight tiratissima, l’iridato di Liverpool 2022, il turco Asil Adem con 14.966. A seguire l’armeno Vahagn Davtyan (14.866), il britannico Harry Hepworth (14.800) e il belga Glen Cuyle che ha concluso con capriola all’arrivo da 13.833.

Sulla rincorsa dei 25 metri il filippino Carlos Edriel Yulo, dopo aver vinto la prima medaglia olimpica maschile delle Filippine, ieri, con l’oro al corpo libero, ha bissato il titolo con la media del 15.116. Il ventiquattrenne di Manila, pur partendo con il sesto punteggio in qualifica, grazie al primo salto da 15.433        e il secondo da 14.800, è riuscito a tenersi alle spalle il bronzo di Tokyo e l’iridato di Liverpool, l’armeno Artur Davtyan, il fratello minore di Vahagn, medaglia d’argento con la media del 14.966. Bronzo per Harry Hepworth che vince il derby britannico con il numero uno di Anversa 2023 Jake Jarman, per 16 millesimi (14.949 contro 14.933). Il favorito della vigilia, l’ucraino Nazar Chepurnyi, malgrado il 14.899, finisce addirittura dietro al croato Benovic Aurel, quinto a quota 14.900. Chiudono l’ottetto di una gara piena di colpi di scena – orfana dell’olimpico uscente, il coreano Zoi – e di volteggi galattici, l’iraniano Mahdi Olfati (14.266) e l’altro ucraino Igor Radivilov (14.166).

Domani si torna sulle pedane della Bercy Arena con l’ultimo giorno del programma dell’artistica. In palio gli ultimi quattro podi. Si comincia lle 11.45 con le parallele pari. Alle 12.30 toccherà alle traviste, con Simone Biles che insegue la cinese Zhou Yaqin. La campionessa Europea di Rimini 2024, Manila Esposito, salirà per quarta, Alice D’Amato per sesta. E saranno le prime a farlo nella storia della Ginnastica azzurra, non essendoci precedenti. Seguono alle 13.30 gli acrobati della sbarra e ricordiamo, fino all’ultimo, il ruolo di prima riserva del nostro Yumin Abbadini, pronto a subentrare in caso di forfait di uno dei titolari dell’ottetto. La chiusura non poteva essere più bella, con Simone Biles – leader indiscussa del torneo di ammissione – che, qualora avesse vinto l’oro alla trave, gareggerebbe non tanto contro le ginnaste presenti, bensì con Larisa Latynina, l’unica donna dei grandi attrezzi ad aver vinto nove titoli olimpici. In quella che si preannuncia come la classica ciliegina sulla torta, la gara sul quadrato centrale che tre anni fa ci regalò l’argento di Vanessa Ferrari – la quale rimane al momento l’unico podio olimpico individuale della storia della FGI – la numero uno del Vecchio Continente, l’agente Manila Esposito farà da apripista, alle 14.25, mentre D’Amato salirà ancora una volta per sesta, poco prima della Biles. Immaginatevi il boato!

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