Dopo il quinto posto con la sua nazionale e il doppio quarto, prima nel concorso individuale e poi al corpo libero, arriva la meritata soddisfazione per il fuoriclasse ucraino Illia Kovtun, ginnasta che ha un pezzetto di Ferrara nel cuore: alla PGF, assieme ai suoi compagni di nazionale, si rifugiò nei primi mesi dopo l’invasione russa del suo paese e della Palestra Ginnastica Ferrara è portacolori da quattro anni nel campionato italiano di Serie A1 di Ginnastica Artistica Maschile. Il suo esercizio alle parallele è il primo di una finale a otto al cardiopalma e, con un sublime 15.500, fa subito intendere di non essere intenzionato a cedere la medaglia ancora una volta. Infatti, meglio di lui fa solo il cinese Zou con un inarrivabile 16.200. A completare il podio il giapponese Oka, vincitore del concorso individuale e alla sbarra, che si ferma a 15.300. Dopo gli errori inattesi del connazionale Oleg Verniaiev e del tedesco Lukas Dauser, Illia Kovtun, campione europeo a Rimini, è quello che è andato più vicino al titolo. Il ventenne di Cherkasy ha aumentato la difficoltà per la final eight, migliorando il suo punteggio di qualificazione di 0,4 per un argento che è anche la sua prima medaglia olimpica.

Una gioia incredibile ha scosso così il PALAGYM “Orlando Polmonari”, la casa della Palestra Ginnastica Ferrara, dove tutto era fermo, tutti con il fiato sospeso, in attesa del verdetto. I primi ad esultare i suoi compagni di squadra, i tecnici e il Presidente Franco Mantero, che da dieci giorni seguivano le immagini che arrivavano da Parigi, tifando per gli azzurri e per quel “figlio acquisito” arrivato dall’est assieme alla sua allenatrice Irina Gorbacheva, colei che, oltre ad averlo portato sul tetto del mondo, è stata anche uno dei protagonisti fondamentali dell’accoglienza ferrarese dei ginnasti ucraini.

La delegazione ucraina arrivò a Ferrara ad inizio aprile del 2022 e vi rimase per oltre tre mesi (25 persone tra atleti e tecnici), una delle tante belle storie di accoglienza del nostro paese, unica per genesi del progetto – nato da una associazione sportiva – e modalità – ospitare consentendo di continuare a coltivare il sogno sportivo. E il coinvolgimento di tante, tantissime persone, istituzioni, partner, che l’hanno resa possibile diventando una vera e propria rete.

Illia e Irina non hanno mai dimenticato quanto fatto, dimostrandolo sempre con parole e soprattutto gesti, come l’indicare lo scudetto sul cuore o il correre di notte da una parte all’altra dell’Europa per esserci nei momenti che contano.

Un atleta che questa medaglia la meritava fortissimamente, andandosela a prendere lottando anche contro un infortunio fisico che ad inizio anno lo ha portato ad un delicato intervento chirurgico che lo ha costretto a stampelle e fisioterapia, un percorso travagliato che sentiva di dover portare a termine per sé e per la sua gente, come ricordano sempre i tatuaggi che si è fatto disegnare sulla pelle.

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