È sempre difficile separare testa e cuore, ma è ciò che deve fare il presidente del Comitato Tecnico Internazionale GAF, l’italiana Donatella Sacchi – in pratica il capo dei giudici della ginnastica artistica femminile mondiale – e che diventa sempre più complicato quando dall’altra parte della scrivania le tue connazionali fanno cose mai viste. Lei poi che è stata ginnasta, nell’Italdonne di Montreal del 1976, quando in pedana c’era una certa Nadia Comaneci che prendeva 10 dalle giurie di allora. Adesso è “la Dona”, come la chiamano i colleghi, in Patria e all’estero, a dirigere il corpo giudicante di una delle discipline più belle dei Giochi e la sua autorevolezza e professionalità sono riconosciute ad ogni latitudine. Ciò non toglie che quando ci si trova a premiare le proprie connazionali, per la prima volta, tra l’altro, in 155 anni di storia federale, il cuore possa battere più veloce. Il nostro inviato a Parigi ha chiesto a Madame Sacchi di raccontarci le sue emozioni e lasciarci un commento sul concorso 2024 dei grandi attrezzi delle donne olimpiche, che volge al desio.

“Fin dalle prime battute l’opinione generale degli addetti ai lavori era che la squadra italiana sarebbe salita sul podio. Incredibile a dirlo, ma tutti, proprio tutti, pensavano che saremmo arrivati al secondo posto. Questi i pronostici della vigilia, poi confermati con grande gioia degli italiani. Le ragazze hanno tenuto la concentrazione e soprattutto il controllo, come si dice, del sistema nervoso. Hanno affrontato bene la gara nonostante qualche fase di stanchezza. Qualche arrivo non proprio preciso, su pedane risultate obiettivamente più elastiche del solito. Anche Monica Bergamelli, Marco Campodonico e il DTN Enrico Casella sono stati bravi a mantenere un’atmosfera serena e focalizzata sugli esercizi per come li sapevano fare. Concentrate sulle indicazioni tecniche, senza coinvolgere le ragazze su altri aspetti emotivi. E in gare così fa la differenza, come abbiamo visto. Grande sorpresa, ovviamente, per le medaglie sulla trave. Dopo il piazzamento di squadra ci si aspettava altre buone prestazioni, non a questo livello, davvero storico. Per me è stata un’emozione enorme premiare Alice e Manila alla trave, lo ammetto, in una premiazione alla quale ero stata assegnata a priori, quindi non sapendo che mi sarei trovata a consegnare l’oro e il bronzo a due azzurre. D’Amato molto sicura di sé, molto centrata, ed ha fatto esattamente ciò che sa fare. Ha lavorato come una macchina felice. Esposito un po’ più stanca, di certo meno esperta della compagna che aveva Tokyo all’attivo, e credo che abbia accusato una preparazione un po’ altalenante, dovuta anche al clamore degli Europei. Che dire poi dell’audience? Gli spettatori al Palazzetto sono stati qualcosa di eccezionale. Ciò di cui avevamo bisogno dopo il silenzio del Covid in Giappone, tre anni fa. Al di là del tifo americano, predominante, il pubblico di Bercy ha sostenuto tutte le ginnaste. Ogni giorno era tutto esaurito. Tornando alla trave, qualcuno ha scherzato definendola scivolosa. Questa è la ginnastica e le gare sono imprevedibili. È il bello dello sport, nessuno si porta i punteggi da casa. La Biles, forse non preparata alla caduta, si è un po’ disunita ed ha mancato di presentarsi alla giuria, al termine della routine, e questo le è costato una penalità neutra di 0.3 che l’ha portata più giù in classifica. Al corpo libero, invece, c’è stato il colpo di scena del sorpasso di Jordan Chiles su Ana Barbosu e Sabrina Maneca-Voinea, che è stato un altro momento particolare della giornata. L’artisticità del corpo libero è molto migliorata. Le ginnaste si stanno impegnando molto, nonostante le alte difficoltà. Simone, anche per la flessibilità delle pedane, è uscita due volte di pedana, con penalità di tre decimi ciascuna, e quindi si è ritrovata al secondo posto. Per la felicità di Rebecca Andrade, un’altra splendida interprete di questa edizione, che ha vinto il suo oro battendo un mito come la Biles. Sono davvero contenta per le prestazioni fornite da tutte le partecipanti, in generale e a tutti i livelli. Le ginnaste sono arrivate a Parigi, davvero preparate. Complimenti a tutto lo staff italiano per i successi raggiunti e, se me lo consentite, anche al Team manager, Massimo Contaldo, che le ha seguite sempre, molto da vicino, sia in Italia che nella Ville Lumiere”.

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