Un’altra colonna del tempio olimpico della ritmica azzurra annuncia il ritiro. Dopo l’addio all’attività agonistica della capitana, Alessia Maurelli, anche Agnese Duranti decide di fermarsi. Era nell’aria, anche se gli appassionati dei piccoli attrezzi speravano ancora di vedere volare “Miss Eleganza”, una delle ginnaste più “stilose” e raffinate che l’Accademia di Desio abbia mai ospitato. Classe 2000, spoletina, “Agne”, come la chiamano le compagne, ha mosso i suoi primi passi alla corte di Laura Bocchini, nella palestra della Polisportiva La Fenice del marito Roberto Settimi (dalla quale era uscita anche Andreea Stefanescu). I due sono stati una sorta di seconda famiglia, seguendo la propria farfalla, in ogni competizione ufficiale, anche dopo la chiamata di Emanuela Maccarani e il trasferimento in Brianza.

Il carattere forte le fa guadagnare subito la fascia guidando la squadretta juniores agli Europei del 2015. Il quinto posto in Bielorussia, con le 5 palle sulle note di Little Tony, è il punto di partenza di una carriera straordinaria, che la condurrà sulla cima dell’Olimpo. Il team baby allenato da Kristina Ghiurova e Julieta Cantaluppi era composto anche da Milena Baldassarri, Daniela Mogurean, Lavinia Muccini, Anna Basta e Antonietta Bajraktari. Nello stesso anno entra a far parte della squadra senior e nel 2017, al Mondiale casalingo di Pesaro, il primo dopo i Giochi di Rio de Janeiro, si laurea campionessa nei 5 cerchi. Con lei ci sono capitan Maurelli e Martina Centofanti, reduci dall’amaro quarto posto in Brasile. Duranti partecipa agli Europei di Guadalajara 2018 che valgono all’Italia la medaglia d’oro nei 5 cerchi e ai Mondiali di Sofia 2018 con il titolo vinto nell’esercizio misto con palle e funi. Ma è soprattutto il pass olimpico per Tokyo a riempirle il cuore di gioia. Nel 2019 a Baku dove vince una medaglia di bronzo nei 3 cerchi e 4 clavette, si qualifica anche Milena Baldassarri e il cerchio di una vita sembra chiudersi per davvero.

Le bambine sono cresciute e le porte del paradiso sono ormai lì, all’altezza di un relevè. Poi la pandemia che sposta i Giochi al 2021. Le competizioni annullate, gli allenamenti rarefatti, l’isolamento in largo Atleti Azzurri d’Italia, tra le mura dell’Accademia. Ma poi, finalmente, Agnese Duranti, aviere del Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare, riesce a salire sulla scaletta dell’aereo che porta in Giappone e tornerà dal Sol Levante, in mascherina e senza pubblico, con il bronzo al collo. È la medaglia numero 40 dell’intera missione Coni, una missione durante la quale l’Italia Team sale sul podio tutti i giorni. Le Farfalle sono le ultime del programma e non tradiscono, malgrado la pressione delle aspettative. Enorme. Nel quintetto c’è pure Dana, la Mogurean del “cuore matto” di Minsk. E la vittoria è di tutti, anche di chi non ce l’ha fatta, perché lo sport di vertice è selezione e sul podio ci salgono i campioni, che ci fanno sentire come loro, invincibili. Anche se in fondo non lo sono. 

“There is no second, your Majesty”. Non c’è un secondo, sua maestà. Inizia con questa frase, rivolta alla regina Vittoria, la leggenda dell’America’s Cup.  Perchè la macchina non si ferma e ci sono già altri traguardi da tagliare. Agnese è sempre stata una “garista”. Vincente, determinata, una guerriera! Non avrebbe potuto, altrimenti, proseguire fino a Parigi, continuando ad allenarsi, tutti i giorni, per 365 giorni all’anno. All’Arena Porte de La Chapelle, nella patria di colui che disse l’importante è partecipare, Duranti, che nel frattempo è diventata Cavaliere all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, vince un altro bronzo. E sono ancora 40 medaglie per il Team di Carlo Mornati e podi, podi tutti i giorni. La squadra nazionale di ginnastica ritmica non tradisce mai, la Patria la porta in trionfo, la cronaca no. Dalle stelle alle stalle e viceversa, gli ultimi anni sono stati un “tagadà” mediatico, una giostra meccanica di sentimenti controversi. Ora è giunto il momento di scendere!

“La notte prima della mia seconda finale olimpica – racconta Agne nel suo post di congedo sui social – mi scrissi queste parole: quando varcherai per l’ultima volta quella pedana e lo farai consapevolmente, ricordati la prima volta, il primo passo, e ti sentirai come quel giorno, gambe che tremano, cuore a mille, voglia di vivere e di vincere. E poi ripercorrendo passo dopo passo ti renderai conto di quante pedane in quindici anni meravigliosi hai calcato: quelle dei sogni, quelle delle sconfitte, ma sempre col sorriso.

La costante della mia vita, il sorriso.

La prima volta che ho incontrato la ginnastica non avevo idea che sarebbe diventata la ragione della mia felicità, la mia maestra di vita, che mi avrebbe regalato emozioni che possono solo travolgerti e che mi avrebbe fatto conoscere così tante persone. A 14 anni ho avuto l’onore di poter indossare la maglia azzurra e da lì non me la sono mai più voluta togliere. I dieci anni nella squadra nazionale sono stati i più belli, intensi e ricchi anni della mia vita.

Non ringrazierò mai abbastanza tutte le persone che ne hanno preso parte, sono grata ogni giorno ad ognuna di queste. Dire addio a qualcosa è la scelta più difficile e coraggiosa che possa esistere. Chiudere un capitolo così importante a cui devi tutto. Quello che sono, quello che ho scoperto di essere, la forza che so di avere, la testa, il coraggio, la grinta, la resilienza.

Voglio ringraziare la mia anima guida, la Manu (la Direttrice Tecnica Nazionale della Sezione di Ritmica Emanuela Maccarani, ndr.) le mie sorelle con cui ho condiviso i momenti più importanti e indimenticabili. Vorrei ringraziare tutti coloro che ci sono dietro a questo meraviglioso sogno. E poi la mia famiglia, la colonna portante della mia vita.

Sono certa che il futuro mi riserverà nuovi sogni da rincorrere e io lo farò cosi come ho sempre fatto, con gli occhi che brillano e il sorriso costante, come quella bimba che un giorno ha messo piede in palestra, ha deciso di credere nell’impossibile e ce l’ha fatta”.

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